Oggi Vito Bricolo avrebbe festeggiato il suo compleanno.
Era nato il 13 marzo 1941 in via Bovisasca 203, al Trìi còo d’aij una delle vecchie cascine del quartiere, da genitori di origine veneta.

Di quegli anni Vito ci ha raccontato:
“Eravamo molto uniti al Trìi còo d’aij, tanto è vero che tendavamo a fare gruppo solo tra di noi fino a emarginare chi, per esempio, si metteva con una ragazza di altra zona. Come è successo a me quando mi sono fidanzato con Lidia che abitava alle villette: i miei amici evitavano di parlarmi. In cortile gli anziani ci raccontavano che Radesky aveva dormito proprio lì, al 203. Era una vita con poche comodità: i bagni erano esterni e in comune, non c’era riscaldamento nelle camere, solo la stufa in cucina. In cortile c’era il lavatoio e il pozzo con pompa però l’elettricità era presente nelle case. Intorno al Trìi còo d’aij c’erano solo campi e il fosso della Garbogera, ora interrata sotto il pioppeto, dove d’estate facevamo il bagno. Per andare a Quarto c’era il passaggio a livello della stazione che raggiungevano con un sentiero, d’estate andavamo lì a bagnarci alla cava.”

Dalle sue parole appare chiaro quanto sia cambiato il quartiere e come le azioni intraprese dall’Associazione Cittadini Bovisasca, che Vito ha promosso e costituito nel 2000 e di cui è sempre stato il Presidente, hanno cercato di arginare le decisioni sbagliate delle Istituzioni affrontando sfide estenuanti ma importanti per la qualità di vita dei residenti.
Per esempio il contrasto alla Gronda Nord, fortemente voluta dal Comune di Milano, ed altrettanto fortemente osteggiata dai cittadini, è iniziato negli anni 2000 con la costituzione del Comitato sovrazonale anti gronda e si è concluso nel 2012 con la risposta della Comunità Europea che ha dato giudizio di incompatibilità per il lotto 2 che riguardava la nostra zona.
“Con la costruzione dei vari ponti sono migliorate le strade e le vie principali furono finalmente asfaltate comunque solo negli anni 60. Per l’asfaltatura delle altre sono passati molti anni ancora. Contemporaneamente però è aumentato il traffico, soprattutto con il ponte M.Luther King nel 1985. È per questo che ci siamo sempre opposti alla Gronda Nord che avrebbe peggiorato ulteriormente la qualità della vita in quartiere.”
Di quella battaglia Vito ci ha più volte ricordato:
“Abbiamo vinto ma non possiamo smettere di stare attenti perché le prossime amministrazioni potrebbero riprovarci, magari in altri modi.”
La costante attenzione a cose, apparentemente piccole, come la segnaletica stradale, lo stato dell’asfaltatura e della pulizia delle strade, il degrado, la sicurezza nella viabilità pedonale e stradale sono state delle priorità per lui e ci diceva:
“I cittadini devono e vogliono essere coinvolti dalle Istituzioni nei progetti grandi e piccoli che li riguardano.”
E si arrabbiava moltissimo quando le Istituzioni non davano risposta alle richieste dei cittadini poiché lo considerava dovere dei politici.
Vito al termine delle scuole medie, a 14 anni, ha iniziato a lavorare presso la Faref in via Volta a Milano, solo un anno perché fu licenziato in tronco per aver rotto distrattamente una scatola piena di valvole.
“La città era lontana per noi: dovevamo andare a piedi ad Affori per prendere il tram IV romano. Solo dal 63 iniziarono le corse del bus C rossa che faceva capolinea proprio al Trìi còo d’aij. Lo prendevo tutti i giorni per andare al lavoro ma poiché mi piaceva dormire ero spesso in ritardo e gli autisti mi chiamavano dalla finestra di casa.”

Aveva chiaro come i mezzi pubblici siano l’importante cordone che lega la periferia alla città e si è sempre battuto per avere un servizio adeguato, facendo, negli anni, proposte di cambiamento delle linee degli autobus 82 e 41 e chiedendo linee nuove come la 35 adatte alle necessità della popolazione e ai cambiamenti del territorio.
Nel 1954 fu assunto in via Paolo Sarpi nel negozio di foto ottica dal sig. Giudici che lo conosceva e aveva fiducia in quel ragazzo. Rimarrà fino al 1965 con incarico di capolaboratorio e nello stesso anno, dopo il matrimonio con Lidia Stucchi, aprirà il proprio negozio F.O.R.D di foto ottica, radio tv ed elettrodomestici in Via Cicogna Mozzoni con abitazione sopra l'esercizio. Un negozio che è stato un punto di riferimento per 44 anni per il quartiere fino alla chiusura nel 2009.
C’è chi ricorda una vetrina particolare: l’esposizione della prima TV a colori che trasmetteva le olimpiadi del Messico e che è stata punto di ritrovo di molti abitanti del quartiere che si fermavano a guardarla poiché la TV in bianco e nero non era ancora diffusa nelle case, figuriamoci quella a colori!

L’attività commerciale era ben avviata e tutto pareva filare liscio, ma dopo 10 anni il proprietario delle mura del negozio decise di vendere e Vito fu obbligato ad acquistarle per poter continuare l’attività, dove ormai da tempo, lavorava anche Lidia, la moglie. Insieme, come sempre, hanno affrontato anche questa difficoltà economica. Il sig. Giudici, antico datore di lavoro, con il quale aveva mantenuto buoni rapporti, lo ha aiutato fornendo il materiale scontato. Un atto di stima che, all’epoca, diede maggiore serenità ai coniugi Bricolo nell’affrontare i debiti.
Un altro sogno realizzato è stato il trasferimento dell’abitazione in una villetta al villaggio in Bovisasca nel 1985 e poi l’arrivo dei nipotini.
Nel frattempo, nonostante gli impegni familiari e lavorativi, Vito ha trovato tempo ed energia per diventare consigliere di Zona 8 negli anni 90 per 6 anni. Questa esperienza ha posto in lui il seme che lo porterà a decidere di costituire l’Associazione Cittadini Bovisasca.

"Prima del Pioppeto c'era un campo di grano dove, con i miei amici, raccoglievo chicchi sparsi sul terreno per portarli al mulino che era proprio di fronte all’attuale centro commerciale Metropoli. Su quel terreno c'era la "frazione Mulinello" e una fattoria con un piccolo mulino proprio su un tratto del torrente Garbogera. Dai chicchi raccolti riuscivamo a portare a casa qualche sacco di farina per le nostre famiglie.”
I primi anni del 2000 è stato impegnato a far conoscere l’Associazione Cittadini Bovisasca sia ai cittadini sia alle Istituzioni e contemporaneamente a battersi per migliorie varie in quartiere: lotta all’ambrosia e sistemazione del pioppeto con alberi che non causano allergie, rotonda del ponte M.L.King a seguito di un incidente mortale, oltre ai soliti problemi di asfaltatura, pulizia strade, sicurezza, segnaletica, inquinamento ecc. oltre alla lotta alla Gronda Nord.
Nel 2005 sono iniziati i lavori di recupero e sistemazione dell’area di via Cerkovo, in stato di degrado da anni, (rimozione amianto, piantumazione alberi, pulizia, area cani) fino a vedere la realizzazione del parco nel 2008 e l’intitolazione ufficiale a Walter Chiari nel 2024.
“In via Bovisasca 205 c'erano una latteria e la posteria della Natalina dove si poteva comprare pollame, frutta, verdura e altri alimentari. Per le altre cose si andava ad Affori o a Novate. La carne si comperava a Novate perchè costava meno se si riusciva a non pagare il dazio (IGE abolita nel 72). Il gabbiotto del dazio era situato all’angolo Bovisasca/Litta Modignani. Mia mamma andava a Novate in bicicletta a comprare la carne ma arrivata al dazio doveva sfuggire ai dazieri che la inseguivano e lei si rifugiava nel civico 205 (era Novate) come se abitasse lì. Aspettava che se ne andassero per tornare a casa, tutto per non pagare. Nel 54 ha aperto la posteria nuova in via Maffi. C’era anche il sarto da uomo e la farmacia in via El Alamein. C’è stata per pochi anni anche l'osteria della sciura Carmela e poi di Adele. Nel 63/64 hanno aperto i parecchi negozi sotto i portici in via Cicogna Mozzoni e a fine anni 60 anche l’Ufficio postale. Nei primi anni 90 ha aperto il centro commerciale Unicenter in via Ceva."
La chiusura dei negozi è sempre stata un cruccio per lui che, da commerciante, era consapevole dell’importanza dei negozi di vicinato la cui frequentazione rende più vivo il territorio dove operano.
Anche per ovviare a questo avrebbe voluto un mercato settimanale in Bovisasca! Aveva individuato il parcheggio di via Cerkovo come possibile sede e portato avanti le varie richieste all’amministrazione comunale che però ha dato parere negativo, pare per la scarsa adesione da parte dei venditori ambulanti.

Invece purtroppo, nel 2007, non sono state recepite le numerose e sentite proteste dei cittadini per la chiusura del passaggio a livello di Affori e l’apertura del sovrappasso Assietta/Taccioli, i cui ascensori che vengono costantemente monitorati, perché molto spesso rotti oltre che sporchi, da questa associazione in accordo con il Comitato Cittadini di Affori.
“Ricordo che, dove ora c’è il giardinetto Assietta/Cervi, c’erano gli orti, poi dal 54 la Montedison ha cominciato a scaricare lì la marogna, cioè pezzi formati da cenere di carbone e pezzi di ferro derivanti dalla pulizia degli altiforni. Erano montagne e noi ragazzi recuperavamo il ferro e lo vendevamo allo strascèe. Si giocava molto nei prati e in strada dove facevamo gare con i carrellotti, dei carretti di legno lunghi circa 60 cm., con 4 ruote fatte con cuscinetti a sfera più una per lo sterzo, e facevamo le gare, cadendo spesso. E poi giocavamo con i tappi di gazzosa oppure a schiaffo. Le bande dei bambini erano formate da quelli del Trìi còo d’aij e quelli di S.Mamete. Si giocava anche al fosso della Garbogera, dove d’estate si faceva il bagno, oppure d’inverno facevamo tutti i giochi con la neve.”
Verso il 2008 Vito è stato uno dei promotori della costruzione dei box interrati di Via Assietta/Cervi, che hanno regalato un parchetto molto frequentato dai bambini.
Nel 2009 è iniziata e non ancora conclusa, la battaglia per la sistemazione della viabilità di Via Chiasserini. In anni recenti sono stati rifatti i marciapiedi e collocati dei semafori in attesa della nuova strada che, deviando il traffico, tutelerà la chiesetta di S.Mamete e la qualità di vita dei residenti. Vito era consapevole che la partita è tutt’altro che in dirittura d’arrivo, per problemi, prevalentemente economici, del Comune.
“Davanti al Trìi còo d’aij, verso il Paolo Pini, c’erano solo campi che i pazienti di Villa Fiorita coltivavano e spesso saltavano il fosso della Garbogera e ci cadevano dentro. Noi li aiutavamo a uscire. Volevano venire a bere all’osteria, molti erano alcolisti.”
Nel 2012 è iniziata la protesta per il piano regolatore che prevedeva per l’area verde ex Paolo Pini, tra via Litta Modignani e il pioppeto, la costruzione di case. Invece é stato chiesto e accettato dal Comune di Milano il vincolo paesaggistico che ha portato alla costituzione del Parco PoP, piccolo bosco in città ma grande bacino di biodiversità, simile al ben più conosciuto Parco La goccia in Bovisa. Anche questa situazione non è conclusa tanto è vero che per ora il parco PoP non è ancora diventato patrimonio verde della Città Metropolitana di Milano per problemi economici/burocratici. Per ora è seguito dai volontari del Giardino degli Aromi.
"Ricordo le gare di bigliardino in latteria al Trìi còo d’aij, oppure a biliardo, i giri in biciclette oppure a ballare nelle case degli amici.”
Consapevole dell’importanza della situazione dei giovani, che non hanno punti di aggregazione in quartiere, fin dal 2012 aveva aderito, attraverso l’associazione, ad iniziative con la scuola e la Parrocchia San Filippo Neri. E negli ultimi mesi che è stato con noi ha spinto l’associazione a supportare il progetto BoOMM (Bovisasca On My Mind) che ha aperto presso la Casa delle Associazioni e del Volontariato di Via Ceva 2, lo
Spazio BoOMM : https://www.instagram.com/spazioboomm/
che propone ai giovani vari attività: spazio compiti, libera aggregazione, laboratori teatrali, eventi culturali per promuovere la cittadinanza attiva.
Vito ha sempre sostenuto l’importanza di collaborare con le altre associazioni del quartiere e nel 2015 è stato formalizzato il partenariato con La Locanda di Gerico e l’ACLI. Inoltre, l’apertura, nel 2016, della Casa della Associazioni e del Volontariato del Municipio 9, accolta positivamente dai componenti del direttivo, ha permesso di allargare anche alle attività di socializzazione in Bovisasca.
Dal 2015 a oggi l’entrata di nuovi componenti del direttivo hanno portato nuove idee, hanno alleggerito il Presidente di numerosi compiti e dato la possibilità di allargare le proposte culturali e non dell’Associazione.

Negli anni più bui della sua vita quando la malattia lo ha costretto a cure estenuanti non ha mai smesso di essere presente in Associazione se non di persona almeno con le idee e i pensieri che comunicava.
L’impegno di Vito nel coinvolgere gli abitanti del quartiere per migliorare, rispettare e far conoscere la Bovisasca, la sua costanza e la sua perseveranza nel cercare ogni mezzo lecito per raggiungere gli obiettivi, sono la sua eredità che il nuovo direttivo, votato nell’assemblea del 22.2.25, raccoglie e porterà avanti nel miglior modo possibile.
E ricordando le sue parole:
“Insieme siamo più forti”
vi invitiamo a sostenere l’Associazione Cittadini Bovisasca e a superare le divisioni che ancora oggi contraddistinguono le varie zone del quartiere.
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