Finalmente abbiamo concretizzato la collaborazione con i residenti nella Cascina S.Mamete che ringraziamo per la disponibilità, con un concerto di archi
per Sabato 7 settembre ore 17 con il quartetto d'archi AMISTA' seguirà aperitivo.
Vi aspettiamo numerosi per il concerto di stasera
Ci teniamo a valorizzare il quartiere proponendo anche luoghi meno accessibili o meno conosciuti ma ricchi di storia proprio come la cascina S.Mamete.
Prima e dopo il concerto avrete modo di ammirare l’interno della cascina
che, essendo ora proprietà privata, normalmente è chiuso ai pubblico.
Ci sono ancora diversi gelsi che in passato servivano come nutrimento per i bachi da seta allevati dai contadini. Tuttora sono visibili, sopra l’ingresso, la parte padronale,
le ex-abitazioni dei contadini ristrutturate, i fienili e le stalle ora trasformate in box.
È una tipica cascina lombarda dei XVI secolo a corte chiusa, con struttura a quadrilatero. Fu ricovero di infetti durante la peste dei 163O e caserma militare nei periodo napoleonico a fine 1700.
Cascine come la nostra di S.Mamete erano diffuse in tutta la pianura padana, erano prevalentemente a pianta quadrangolare con abitazioni da un lato e stalle, fienili, pozzo, forno, caseificio.
Erano gestite dai fittavoli e le più grandi avevano anche artigiani.
La cascina lombarda ha avuto una grande importanza storica nella cultura della nostra regione perché, nella civiltà agricola, è stata strumento di organizzazione della vita della società contadina; antesignana dei modello residenziale cittadino dell'0ttocento borghese, e della fabbrica, nell'era industriale.
La sua struttura edilizia a quadrilatero, con la casa padronale su di un lato (la parte nobile volta verso l'esterno), le abitazioni dei contadini, i fienili, le stalle ed i granai a perimetro, ed al centro l'aia come luogo di vita collettiva, oltre che di lavoro; le porte di accesso che si sprangavano di notte per evitare oltre che sgradite visite dall'esterno anche il peregrinare per osterie da parte dei lavoratori che vi abitavano.
Il tutto rappresentava un vero e proprio nucleo sociale organizzato, basato sulla “mescolanza dei ceti e delle attività lavorative”: un modello che impronterà la vita nei palazzi cittadini, quando i proprietari delle terre, a far tempo dalla metà del Settecento, cominciarono a trasferirsi dalla campagna contribuendo a costruire la città
moderna.
continua la lettura con un post di Anna Maria Carracciolo ele sue bellissime foto dell'evento.
bllissima iniziativa