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Incontri con le scuole: raccontiamo agli studenti come si viveva e si giocava negli anni '60

Guido Giazzi

Aggiornamento: 9 giu 2024

La Bovisasca tra passato e presente: una serie di incontri coi ragazzi delle scuole elementari e medie di via Gabbro per raccontare come si viveva quando noi nonni eravamo bambini


Studenti alla scoperta del quartiere Bovisasca
Studenti alla scoperta del quartiere Bovisasca

Una delle più importanti finalità che noi volontari dell'Associazione Cittadini Bovisasca ci siamo proposti è senza dubbio il coinvolgimento dei ragazzi che vivono nel nostro quartiere e che frequentano le scuole di Via Gabbro.

Pensiamo che la sensibilizzazione verso i temi più scottanti della nostra realtà attuale – la salvaguardia dell’ambiente, la socialità della vita, il rispetto degli altri, l’amore verso il nostro prossimo – possa venir incentivato dagli esempi che gli adulti sanno fornire ai più giovani.


Insieme alla famiglia, la Scuola, con la esse maiuscola, deve essere il luogo dove discutere e affrontare il tema del rispetto verso il prossimo e l'ambiente in cui viviamo, cercando di sensibilizzare i ragazzi verso scelte di vita che, anno dopo anno, divengono sempre più impellenti.

Abbiamo incontrato alcuni insegnanti della scuola elementare Sorelle Agazzi di Via Gabbro e abbiamo prospettato il nostro piano di lavoro. Gli insegnanti si sono dimostrati entusiasti, certi che per i ragazzi partecipare a lezioni tenute da persone esterne, sarebbe stata una piacevole novità.


Come abbiamo strutturato gli incontri, quali temi abbiamo trattato e spiegato agli studenti e come abbiamo coinvolto i ragazzi


Noi nonni in veste di maestri aggiunti, ci siamo divisi in due gruppi e abbiamo preparato quattro incontri per le classi III e V della scuola Agazzi.


Incontri coi ragazzi delle scuole elementari e medie di via Gabbro
Incontri coi ragazzi delle scuole elementari e medie di via Gabbro

Agli studenti abbiamo chiarito subito che la nostra presenza non implicava nessun voto, nessun giudizio, nessuna interrogazione; avevamo solo bisogno che, nell’ora a nostra disposizione, i ragazzi fossero attenti, avevamo bisogno di ragazzi pronti a fare qualsiasi domanda sull’argomento che avremmo presentato.


Per ogni classe abbiamo preparato quattro argomenti e grazie a supporti visivi – video e slide – e ad alcuni oggetti che abbiamo mostrato alle classi, abbiamo coinvolto i ragazzi nella discussione.


La Bovisasca vista dal drone per spiegare e far comprendere come si è sviluppato e trasformato il quartiere nel tempo


Prima di iniziare questa lezione abbiamo presentato un video ripreso da una telecamera installata sopra ad un drone. La visione dall’alto del nostro quartiere – per molti, per quasi tutti, era la prima volta che vedevano le loro case da una diversa prospettiva – ha entusiasmato subito i ragazzi che hanno riconosciuto immediatamente la Scuola, la Chiesa, il Parco Walter Chiari, la ferrovia, la via Bovisasca, il centro Metropoli ecc.


Dopo aver raccontato l’evoluzione del nostro quartiere – la nascita delle Ferrovie Nord nel 1877, l’importanza della Bovisa come centro industriale, la presenza di ben sei passaggi a livello che circondavano il nostro quartiere – abbiamo presentato la nascita della Bovisasca: dalle villette del Villaggio agli inizi degli anni Cinquanta, alla creazione del Quartiere Montecatini, fino alla costruzione nel 1964 della Chiesa San Filippo Neri.

Quello che è piaciuto maggiormente ai ragazzi è stata la visione di alcuni angoli del quartiere attraverso vecchie foto in bianco e nero comparate ad altre scattate recentemente, sempre con la stessa inquadratura.


Villaggio Bovisasca, Via Pietro Maffi angolo Via Buzzi: confronto primi anni Sessanta e oggi


Bovisasca, Quartiere Montecatini: come appariva Via Gabbro nei primi anni Sessanta e il confronto con oggi (Si ringrazia la famiglia Bozzetti)


In entrambi i due esempi, i ragazzi hanno notato immediatamente come la crescita degli alberi testimoniava il tempo trascorso. In altri casi come per la chiesetta di San Mamete (XI° secolo) abbiamo sottolineato come l’edicola votiva contenente la statua del Santo sia stata letteralmente distrutta, probabilmente a causa di un incidente automobilistico.


Bovisasca, Chiesetta di San Mamete: come appariva negli anni Sessanta e confronto ai giorni nostri


Osservare le foto, cercare e comprendere le differenze è stato un ottimo esercizio per i ragazzi per capire l’evoluzione che può subire un paesaggio urbano

In conclusione comprendere quanto le strade si ampliano, quando si eliminano i passaggi a livello, quando cambiano i mezzi di trasporto, il traffico si intensifica e quando il numero degli abitanti aumenta esponenzialmente. Studiare in questo modo le differenze e le mutazioni del paesaggio, ha interessato e coinvolto i ragazzi in questa lezione atipica che è servita molto per allenare lo sguardo verso gli edifici, le strade, i parchi che conoscono bene ma nel contempo è stata utile per osservare l’ambiente con occhio critico cercando di comprendere la storia e le mutazioni del nostro quartiere.


Come si giocava negli Anni Sessanta del secolo scorso al Villaggio Bovisasca: calcio, ping-pong, calcio balilla e fumetti


In questo secondo incontro abbiamo cercato di far conoscere ai ragazzi quali erano i giochi più comuni sessant’anni fa, considerando che non vi erano cellulari, computer, Internet e videogiochi. Come si potesse allora giocare senza i supporti elettronici è sembrato a loro incredibile o meglio, impensabile.


Abbiamo passato in rassegna i più comuni giochi di strada vale a dire nascondino, bandiera, palla avvelenata, il mondo (o campana) e molti altri. Per interessare maggiormente i ragazzi in questa nostra presentazione abbiamo portato in classe dei vecchi fumetti, gli album delle figurine dei calciatori e degli animali, le fionde, le cerbottane (o bussolotti), le biglie colorate, i bastoncini di Shanghai e altro. Un’ora intensa ricca di curiosità, domande e divertimento. Un bel modo, secondo i ragazzi, di fare scuola.


Noi bambini appena terminavamo di fare i compiti scendevamo a giocare in strada...

Siamo poi passati a giochi quasi scomparsi come i 5 noccioli di pesca (o le 5 noci o i 5 sassi), un gioco di abilità manuale che si faceva solitamente nei mesi estivi nelle strade del quartiere. La strada aveva un ruolo importante perché i bambini allora, grazie anche all’’assenza di traffico e alla bassa pericolosità della zona, appena terminavano i compiti scendevano in strada o andavano all’oratorio, certi di trovare qualche amico con cui giocare o parlare.


Per i ragazzi giocare a Calcio era sicuramente il gioco preferito – non esisteva la pallacanestro né tanto meno la pallavolo, il nuoto non era praticato perché nella zona Nord di Milano non c’erano piscine e le arti marziali come il karate erano sconosciute – le ragazze si trovavano spesso in strada a giocare con le bambole o ad imitare le mamme che accudivano i bambini piccoli.


Bovisasca squadra di calcio dell’oratorio nel 1964

La squadra di calcio dell’oratorio della Bovisasca nel 1964


All’oratorio si giocava a tennis da tavolo più noto come ping-pong ma non con gare di singolo o di doppio: attorno al tavolo si ritrovavano anche venti bambini che correndo in circolo dovevano cercare di buttare la palla nel campo avversario. Chi sbagliava veniva eliminato. Uno splendido gioco comunitario al quale potevano partecipare tutti. Poche regole chiare, ritmo veloce e il vincitore era senza dubbio il più bravo.


Altro gioco tipico da oratorio era il calciobalilla o bigliardino: questo gioco molti alunni delle elementari lo conoscono perché è ancora diffuso in molti stabilimenti balneari o negli chalet montani e i ragazzi vi giocano insieme ai genitori, ai fratelli e agli amici.


Molto importante negli anni Sessanta era la lettura dei fumetti: in molte famiglie e a scuola era proibito leggerli, oggi gli educatori hanno compreso l’importanza di queste pubblicazioni perché per molti ragazzi può diventare il primo approccio alla lettura.


Giornalino illustrato a fumetti Blek Macigno 1964

Giornalino illustrato a fumetti Blek Macigno (1964)


I fumetti più diffusi erano senza dubbio Topolino e il Corriere dei Piccoli e poi Blek Macigno e Capitan Miki.

I fumetti, più noti all’epoca con la denominazione di giornaletti, erano la posta in palio nel gioco di carte chiamato 7 e mezzo: ogni bambino per partecipare puntava sul piatto un giornaletto, si distribuiva una carta a tutti i partecipanti, il possessore della carta poteva richiedere una o più carte: vinceva chi si avvicinava al valore di 7 e mezzo. Un gioco molto rapido con regole precise a cui partecipavano anche una decina di giocatori.


rivista Radio Corriere TV 1967
La rivista Radio Corriere TV (1967)

Un altro argomento che ha sorpreso gli alunni delle classi incontrate riguardava la

televisione. Non esistevano come oggi canali dedicati ai ragazzi contrasmissioni che per tutta la giornata programmano cartoni animati o sceneggiati studiati per i piccoli e gli adolescenti. La TV dei ragazzi durava solo un’ora dalle 17.45 alle 18.45, il resto della programmazione era destinato ad un pubblico adulto.


Infine un posto a parte in questa panoramica di giochi merita la raccolta delle figurine. Tutti i ragazzi collezionavano le figurine e con "le figu" oltre a completare gli album si facevano diversi giochi da strada quali a muro, a schiaffo, al volo.


Nessuno vuol fare dei paragoni sulla vita dei ragazzi negli anni Sessanta con quelli di oggi: le condizioni sono molto diverse ma è innegabile che sessant’anni fa la vita sociale era molto più intensa. La dipendenza dallo schermo era davvero poca cosa se paragonata ad oggi e il ritrovarsi in strada o all’oratorio era davvero un bel modo di divertirsi stando insieme agli altri.

Infatti, per molti ex-ragazzi oggi ormai adulti con i capelli bianchi, il periodo più bello dell’anno era sicuramente Settembre, perché tutti gli amici tornavano dalle vacanze e la odiata-amata Scuola iniziava solo ai primi di Ottobre.


Comunicare è importante. Come comunicavano i ragazzi negli anni Sessanta del secolo scorso


Argomento molto interessante quello della comunicazione soprattutto quando abbiamo sottolineato, che negli anni Sessanta non vi erano i cellulari, dispositivi oggi nelle mani di tutti. Oggi con un cellulare è possibile, telefonare, inviare messaggi e fare fotografie.

Sessant’anni fa solo il telefonare creava una serie di problemi.


Il telefono fisso con il selettore a rotella


Telefono fisso da tavolo appeso a parete

Il telefono era fisso, spesso appoggiato sul tavolo oppure appeso ad una parete di casa: in entrambi i casi i movimenti erano limitati dalla poca lunghezza del filo tra l’apparecchio e la cornetta e non ci si poteva muovere molto da quella posizione.

Per rendere ancora più chiaro il concetto abbiamo portato in classe un vecchio telefono fisso e abbiamo mostrato come si componeva il numero e come si attendeva, attraverso la cornetta, la comunicazione. Difficile da usare: è stato il commento dei ragazzi.


Le macchine fotografiche a pellicola


Oltre al telefono abbiamo poi mostrato le macchine fotografiche che si usavano all’epoca: anche in questo caso difficile è stato il commento unanime dei ragazzi.

Difficile perché, mentre oggi siamo abituati a fotocamere automatiche, all’epoca dovevi valutare la luce, la distanza, il diaframma e il tipo di pellicola usata per ottenere delle belle foto.


La macchina da scrivere meccanica


Macchina da scrivere

Senza dubbio lo strumento che ha avuto il maggior successo tra i ragazzi è stata la

macchina da scrivere che solo alcuni avevano visto in casa dei nonni.

Anche in questo caso abbiamo portato in aula una macchina da scrivere funzionante e insieme abbiamo dattilografato i nomi di alcuni ragazzi destando stupore e meraviglia all’apparire del proprio nome impresso sul foglio bianco.


Per concludere la presentazione abbiamo poi mostrato ai ragazzi delle lettere scritte a mano

agli inizi del Novecento in bella grafia ancor oggi leggibili e infine una raccolta di cartoline, mezzo che solitamente i ragazzi spedivano ai genitori, ai nonni o agli amici quando andavano in vacanza al mare o in montagna.

Anche questa presentazione ha avuto molto successo sia per l’uso delle slide con cui

facevamo conoscere questi arcaici mezzi di comunicazione, sia la possibilità di toccare con mano gli oggetti descritti e capirne il funzionamento. Anche in questo caso i ragazzi si sono dimostrati curiosi e appassionati.


Per concludere, gli incontri con le scuole elementari e medie si ripeteranno ancora nei

prossimi anni scolastici. Stiamo infatti studiando dei metodi che ci permettano di coinvolgere maggiormente i ragazzi, scegliendo argomenti ancora più vicini ai loro interessi.


Il team di lavoro che quest’anno ha partecipato agli incontri con le scuole era costituita da : Anna, Emilio, Francesca, Francesca G., Guido, Lidia.

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2 Comments

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Guest
Jun 17, 2023
Rated 5 out of 5 stars.

Bellissima iniziativa trasmettere alle nuove generazioni il tempo che fu, occorrono sempre delle radici per poter crescere

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Guest
Jun 17, 2023
Rated 5 out of 5 stars.

Devo esprimere i miei più sinceri complimenti per le tante attività che la vostra/nostra associazione svolge e trovo che questi incontri con le scuole siano davvero utili e stimolanti per i ragazzi, certamente offrono loro l'occasione di scoprire quanto fosse differente la vita ai tempi dei loro genitori e dei nonni. Grazie

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