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Don Piero Uggeri, l'Uomo giusto al momento giusto

Aggiornamento: 4 giu

Nel quarantesimo anniversario della morte (5 aprile 1984) di Don Piero Uggeri parroco fondatore della Parrocchia San Filippo Neri in Bovisasca lo ricordiamo con gratitudine con queste parole che sono ben poco rispetto al grande amore e al costante impegno che lui ha donato alla comunità della Bovisasca.
don Piero Uggeri parroco Bovisasca
don Piero Uggeri

Don Piero Uggeri: il pastore della Bovisasca: L’ARRIVO


Don Piero in una mattina di giugno 1960 si presentò alla Posteria della Natalina, al Tri cu daj, e incontrò per la prima volta alcuni parrocchiani.

Da allora lo si vide ogni giorno girare nel quartiere in bicicletta per visitare malati, bisognosi, spendendosi senza riserve per gli altri con grande calore umano e amore per il prossimo.

Amore che traspariva molto bene dalla lettera inviata a tutti i parrocchiani nel giugno 1960: “Carissimi …omissis… da questo momento voi sarete per me la mia famiglia, la mia vita, tutto”.  Aveva 43 anni quando, senza esitazioni, abbracciò il difficile incarico pastorale in questa periferia milanese nella quale cercò di far nascere una comunità, creando un contatto concreto, diretto e quotidiano con i parrocchiani.

Non fu facile perché gli anni del boom economico, oltre a un certo benessere diffuso, portarono contraddizioni e trasformazioni rapide anche legate all’immigrazione interna con i problemi di integrazione che ne derivarono.

Le famiglie, sradicate dalle proprie terre, vivevano nell’incertezza poiché i modelli valoriali personali erano messi in discussione, c’era la necessità di trovare nuovi equilibri di convivenza e non era facile.


processione parrocchiale quartire Bovisasca
processione alle villette

IL PROGETTO PASTORALE


In questo contesto, una periferia anonima e senza identità, una “terra di frontiera”, la Bovisasca, Don Piero sviluppò il proprio progetto pastorale proponendo la Parrocchia come un porto sicuro, un rifugio per tutti. E furono moltissime le persone di ogni età che trovarono uno spazio fisico, umano, culturale e spirituale nel quale ancorarsi e crescere in un momento sociale di grandi cambiamenti.


In realtà tale progetto era già stato iniziato da don Giuseppe Lazzati, nominato nel 1956 “Vicario curato di S. Mammete” e coadiutore del prevosto di Affori, con grandi difficoltà sia logistiche sia umane in quanto i parrocchiani della Bovisasca si sentivano ancora afforesi e faticavano a dare un significativo contributo alla Vicaria Curata di S. Mammete, anche perché il quartiere era diviso essenzialmente in due comunità: “le villette” e “S. Mammete”. A don Luzzati si deve l’arrivo delle suore per l’asilo di via Cheren. Edificio che comperò lui stesso con il ricavato della vendita della propria casa in Toscana. 

quartiere Bovisasca inagurazione case Montecatini
inaugurazione case Montecatini

I PRIMI TEMPI non furono facili i primi tempi per don Piero nonostante il suo entusiasmo. Non c’era la casa canonica e fu costretto ad alloggiare in affitto in una villetta in via Martoglio e mancavano anche spazi per organizzare qualsiasi progetto: c’era solo “la baracca” in legno in via Cerkovo composta da due locali, che servivano, uno per le funzioni religiose e l’altro per le riunioni, oltre al seminterrato dell’asilo di via Cheren, gestito dalle suore dell’Istituto Santa Gemma della Bovisa e utilizzato anche come oratorio femminile. Inoltre mancavano i collaboratori, ma Don Piero non si scoraggiò traendo forza dalle sue precedenti esperienze in particolare come cappellano permanente delle comunità dello spettacolo viaggiante: circhi, giostre ecc.


Ogni settimana scriveva una lettera ai parrocchiani nella quale le parole “insieme, tutti, comunità” venivano ripetute con fiducia come se fossero mattoni per “costruire una comunità vivente”, consapevole delle difficoltà legate alle divisioni fra i diversi rioni. 

Creare una comunità in Bovisasca era molto difficile per il mutevole profilo sociale e per la mancanza di tradizioni condivise e consolidate. Per questo don Uggeri si attivò subito per trovare collaboratori tra i parrocchiani stessi.


La sua casa in via Martoglio era sempre aperta per tutti, i giovani in primo luogo. L’impegno dei laici portò un grande contributo alla comunità. Furono privilegiate le attività di gruppo: l’Azione Cattolica, l’oratorio, il Gruppo Giovani, le ACLI, la Polisportiva, la Schola Cantorum e i momenti ricreativi come le feste di quartiere che erano il modo più diretto di contattare la comunità in continuo cambiamento. Era un modo per la chiesa di aprirsi al territorio poiché di volta in volta venivano programmate in lotti abitativi diversi: alle Villette, in via Litta Modignani, Via Chiasserini ecc. La prima “Festa della Bovisasca” si svolse al Villaggio nella primavera del 1968, la seconda domenica dopo Pasqua.


 

DALLA BARACCA ALLA NUOVA CHIESA


parrocchia san Filippo Neri in Bovisasca
la nuova chiesa parrocchiale

La “Baracca” fu utilizzata fino al 1964, anno in cui si inaugurò la nuova chiesa di San Filippo Neri, la cui costruzione non era più procrastinabile in quanto il quartiere si era via via ampliato per la crescente immigrazione interna e la costruzione di nuove case.


Grazie al cardinale Martini che si fece promotore a Milano di un importante progetto: sostenere lo sviluppo urbanistico della città con un supporto spirituale, costruendo 21 nuove chiese tra cui la San Filippo Neri, in Bovisasca iniziò la costruzione della chiesa parrocchiale.


La prima pietra fu posata nel 1961 in un’area fabbricabile ceduta dalla Società Montecatini al Comitato Nuovi Templi che ne finanziò la prima fase di costruzione consegnando alla parrocchia l’edificio rustico e la casa canonica nell’estate del 1962. L’edificazione proseguì a spese dei parrocchiani e si concluse nel 1967, anno della Consacrazione. La prima messa fu celebrata nel giorno di Pasqua del 1964, mancava ancora il pavimento ma l’edificio era gremito di gente.


La progettazione architettonica della chiesa porta due firme: arch. Magnaghi e arch. Terzaghi. Con la sua forma esagonale, che richiama il concetto teologico dei sei giorni della creazione, è stata innovativa rispetto alla tradizione. Riflette l’esigenza di rendere corale la partecipazione all’attività liturgica della comunità. Infatti l’altare è al centro del grande spazio centrale e le sei cupole trasparenti del soffitto lasciano passare la luce dall’alto e rappresentano il contatto con il cielo, a significare che Dio è sempre in mezzo al popolo.

 

UNA PARROCCHIA APERTA ANCHE AI NOMADI


Don Piero volle che la parrocchia fosse un punto di riferimento per le comunità nomadi. Aveva avuto l’incarico di Assistente diocesano dei giostrai e non poteva dimenticare quelle persone e i loro bisogni.

Per questo, per le piccole comunità nomadi, vennero organizzate in parrocchia corsi di preparazione alla vita sacramentale e poi vennero loro amministrati i sacramenti della Cresima e alla Prima Comunione.

Molti giostrai mantennero per anni un bel rapporto con don Piero e spesso passarono a salutarlo. Parecchi adulti della Bovisasca, bambini negli anni 60/80, ricordano l’arrivo ogni anno delle giostre e la presenza temporanea in classe di qualche bambino degli spettacoli itineranti.


ex campo nomadi di Via Chiasserini
nomadi in via Chiasserini

TUTTI INSIEME SI COSTRUISCE LA COMUNITA’


Don Piero è venuto a mancare il 5 aprile 1984 a 67 anni dopo grave malattia. Fu assistito nell’ultimo periodo con cura e affetto da molti parrocchiani.

Nel suo testamento spirituale espresse il desiderio di essere sepolto nella chiesa S.Filippo Neri alla Bovisasca per rimanere tra i suoi amati parrocchiani, infatti è stato traslato nella cappella dei defunti dentro la chiesa.

 

Don Piero è ancora tra noi: nella memoria, negli affetti, nei pensieri e nelle opere che ha realizzato e lo sarà sempre più quando FINALMENTE LA GENTE DELLA BOVISASCA SI SENTIRA’ UNA VERA COMUNITA’.

 

Come diceva don Piero: TUTTI INSIEME SI COSTRUISCE LA COMUNITÀ.

 

 

Fonte: Don Piero Uggeri e la Bovisasca – pubblicazione a cura della Parrocchia San Filippo Neri

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Guest
Apr 05
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Un caro ricordo🙂

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